venerdì 11 dicembre 2009

SAN VINCENZO

Via S.Vicenzo

La bella nipote del Mazzarino
Dalla chiesa dedicata a SS.Vicenzo e Anastasio, fatta riedificare nel 1650 dal card.Mazzarino con architettura del Longhi il Giovane, il quale nella facciata pose tante colonne, che da volgo fu soprannominata "Canneto di marino Longhi".

Nell'alto della facciata troneggia lo stemma del card. Mazzarino: un fascio littorio attraversato da una banda caricata di tre stelle a cinque punte.
Sotto detto stemma, sovrastante la porta d'ingresso della chiesa, è il busto di una donna, che sembra riproduca le sembianze di Ortensia Mancini la più bella fra le nipoti del cardinale.

Il potentissimo cardinale era nato a Roma, da un siciliano Pietro, divenuto cameriere e poi intendente dei Colonna, e da una figlioccia del Connestabile, Ortensia Buffalini o Ruffalini.
Giulio Raimondo Mazzarino era nato "vestito",scrive un biografo, cioè "involto in una certa pellicina sottile come una cipolla";con la camicia insomma.
Della sua strepitosa carriera beneficiò tutta la sua famiglia.
Il padre, rimasto vedono, sposò una Orsini e visse gli ultimi anni in mezzo agli agi, nel palazzo oggi Pallavicini-Rospigliosi; un nipote diventò duca di Nevers; un nipote connestabilessa (Maria Mancini, sposa di un Colonna), sei nipoti duchesse, sposate con i più bei nomi di Francia.
Ortensia fu dallo zio rifiutata (due volte) a Carlo II d'Inghilterra e al futuro Pedro II di Portogallo, e offerta invece senza successo a Luigi XIV, che aveva amato troppo sua sorella Maria.
Infine il Mazzarino fece sposare Ortensia a Armand de la Porte de la Meilleraie, con 400.000 scudi di dote e la promessa di nominarlo sue erede se avesse assunto titolo e armi dei Mazzarino.
Bellissima, ben più di quanto ci dica il busto della facciata della chiesa, dotata di tante attrattive che ancora a quarant'anni aveva ammiratori pronti a battersi in duello per lei, Ortensia non fu una moglie esemplare (ma "la sua giustificazione", scrisse Mme de Sevigné, "era impressa sulla faccia del marito") nè una donna tranquilla; ebbe anzi una vita non meno avventurosa della sorella,punteggiata di continue fughe (anche Maria continuava a scappare dal marito), talvolta in abiti maschili, reclusioni in conventi, evasioni. Poi trovò ospitalità in Inghilterra, presso l'antico spasimate Carlo II, e si quietò; col tempo si diede alla cultura, si creò una piccola brillantissima corte.

Ortensia o Maria?
Secondo altri il busto sarebbe quello di Maria, sorella di Ortensia.
Amante del giovane Luigi XIV, che concepì per lei una vera passione, la bella Maria venne sposata al principe Colonna.
Condusse una vita piena di amori e di scandali finchè il marito decise di metterla in convento in Ispagna, dove morì.

In interiore homine
Nell'abside, dietro le rispettive lapidi, sono conservati gli organi tolti per l'imbalsamazione a quasi tutti i papi dal 1590 (Sisto V) al 1903 (Leone XIII).
Sisto V inaugurò l'uso legando spontaneamente i propri precordi, in testimonianza d'ossequio e a perpetua memoria.
Dopo 24 ore dalla morte del papa si apre il cadavere per imbalsamarlo: i visceri si estraggono e si racchiudono in un vaso da depositare nel sepolcro o, in passato, appunto nella chiesa dei SS.Vincenzo e Anastasio.
Il motivo?
La chiesa è la parrocchia del Quirinale, residenza papale fino al secolo scorso. L'usanza un pò macrabra fu abolita da Pio X.
Per la presenza dei precordi di pontefici, il Belli definì la chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio "un museo de corate e de ciorcelli", spiegando in nota che con questo termine i romani indicano "i visceri nobili dei minuti animali da macello".

Fienaroli
In questi pressi, nell'età di mezzo, era un vic. detto dei Fienaroli, dai venditori di fieno che vi avevano dimora e commercio.

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