domenica 4 ottobre 2009

PIAZZA DEL POPOLO

Piazza del Popolo

Pioppi
Popolo deriverebbe dai pioppi (populus) che dall'Augusteo estendevansi fin qui.
Infatti il pioppo, come Virgilio dice:"Populus in fluviis" verdeggia sulle sponde dei fiumi.

La chiesa del Popolo
La tradizione popolare fa derivare il nome della chiesa di S.Maria, edificata nel 1099 da Pasquale II per liberare il Popolo dalle apparizioni di Nerone, che sapevasi sepolto nella tomba dei Domizi, corrispondente ove è l'altare maggiore della chiesa.
"Plebes, pievi, popoli erano i nomi medievali delle parrocchie, massimamente campestri, e perciò la denominazione proviene da un gruppo di case ed abitazioni, populus, formato non appena edificata la chiesa in quel luogo già deserto. Tuttora nei dintorni di Firenze è vivissima la voce popolo in cambio di parrocchia" (Armellini).

Il Trullo
La piazza fu pure detta del Trullo da un massiccio avanzo quadrato di antica fabbrica, creduto il sepolcro di Marcello, che fu cominciato a smantellare da Clemente VII e fu completamente distrutto da Paolo III.
Altro grande sepolcro sorgeva tra il Corso e V.del Babuino, che il Lanciani ha segnato nella sua "Forma Urbis" col nome di Mausoleum.
Nell'antichità, in questi pressi, il 15 Marzo,
si celebrava la sollennità popolare di Anna Perenna dea dell'anno, che la tradizione dice sorela di Didone; essa, fuggita da Cartagine, fu accolta benevolmente da Enea, ma poi, per felosia di Lavinia, dovette gettarsi nel fiume Numicio.

Soliti proventi
Pare che le spese per selciare la piazza fossero pagate da Alessandro VI con i proventi d'una tassa speciale imposta ai gestori dei lupanari e alle prostitute. L'uso di destinare a lavori d'utilità pubblica le tasse sulle meretrici risaliva a Settimio Severo.

Lo stato attuale della piazza si deve a Pio VII (1800-23) su disegni del Valadier.

Uno scherzo cruento
Un gioco favorito dei romani nelle belle sere d'estate consisteva nel portare qualcuno presso l'obelisco di piazza del Popolo e poi, bendatigli gli occhi, intimargli di imboccare il Corso.
Tra grandi risate degli astanti, l'infelice non ci riusciva quasi mai, ed in genere andava a sbattere contro le colonne delle chiese o ad incespicare nei gradini.

Le chiese finte gemelle
Un altro giochetto meno cruento e che si può fare tutt'oggi è relativo all'apparente perfetta uguaglianza delle due chiese "gemelle" di S.Maria dei Miracoli e di S.Maria in Montesanto. Conduciamo qualcuno presso Porta del Popolo e chiediamogli di stabilire se le due chiese sono uguali o no- salvo dettagli secondari, come le statue e i campanili.
A men che il nostro "qualcuno" non sia particolarmente furbo o animato da spirito di contraddizione dirà certamente sì, le due chiese sono gemelle.
In realtà tali appaiono.
Ma andiamo a vederle da vicino, possibilmente anche da dentro: non solo sono diversissime, ma quella di sinistra è addirittura quasi due volte più vasta dell'altra!
Inoltre la cupola è di forma del tutto differente e anche la pianta: S.Maria dei Miracoli è elittica, S.Maria in Montesanto circolare.

I carbonari
In piazza del Popolo, il 23 novembre 1825, furono decapitati i carbonari Leonida Montanari e Angiolo Targhini "rei", si legge nelle Annotazioni delle Giustizie eseguite da Gio. Batta. Bugatti e dal suo successore Vincenzo Balducci, di "lesa maestà e per ferite con pericolo" ( avevano tentato di uccidere una spia).
Una relazione della confraternita di San Giovanni Decollato riferisce che sino ai piedi del patibolo i confratelli cercarono di convincere i due massoni e carbonari a dichiararsi pentiti e a ricevere gli estremi sacramenti.
"A che servono tante preghiere?" rispose Tanghini. "Sono uomo ancor io, e ben mi sento commosso da queste, ma nu'altro però operano su di me, che son risoluto a morire". E poco prima che la mannaia gli troncasse il collo, gridò:
"Popolo, io moro senza delitti, ma moro Massone e Carbonaro!"
Montanari invece accolse i tentativi dei confratelli con decisa ostilità: il suo ultimo saluto al mondo fu una serie di ingiurie ai confortatori di San Giovanni Decollato e a quanti altri gli erano d'intorno.

Ultimo e speciale supplizio
In Piazza del Popolo, il 23 Gennaio 1826, si eseguì l'ultima mazzolatura semplice, cioè senza aggiunta di squarto. Il suppliziato era Giuseppe Franconi, reo di avere ucciso per rapina un ecclesiastico.
Dal 12 Ottobre 1816 a Roma era rientrata in uso la ghigliottina (già usata dal tempo dei francesi, fra il 1810 e il 1813): per il Franconi si tornò alla più vecchia e ben più penosa forma di supplizio probabilmente perchè il delitto era stato da lui compiuto a spese non d'un civile ma d'un ecclesiastico, persona sacra.

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