sabato 17 ottobre 2009

PORTA MAGGIORE

Porta Maggiore

Nome datole nel sec.XI per essere in diretta comunicazione colla basilica di S.Maria Maggiore.

I nomi delle Acque
Onorio nel 403, rinnovando le mura, trasse profitto dagli archi monumentali sui quali passava l'acquedotto delle acque:
Marcia, condotta nel 608 da Quinto Marcio Re;
Tepula, condotta nel 627 da Quinto Sevilio Cepione;
Giulia, condotta nel 708 di Roma da Agrippa;
Claudia o Aniene Nuova portata da Claudio nel 41 d.C., per formare l'attuale porta a due fornici, chiamando l'uno Porta Prenestina, e l'altro, Porta Labicana, sostituendoli così alla Porta Esquilina del recinto Serviano, dalla quale egualmente si staccavano le due V. Prenestina e Labicana.

"ad Spem Veterem"

La porta sorge nel luogo, che aveva nome "ad Spem Veterem", dal celebre antico santuario, i cui avanzi acuni vorrebbero nel blocco di costruzione laterizia frapposto fra S.Croce in Gerusalemme e l'acquedotto di Claudio.
In questa contrada, Lampridio pone i giardini Variani, così detti dal nome di famiglia di Eliogabalo figlio di Sesto Vario Marcello, già ville ed orti Epafrodiziani e Torquaziani.
Quì nel 1327 avvenne lo scontro dei Romani coi guelfi alleati di Carlo d'Angiò; e nel 1284 dei Colonnesi con i partigiani di Sisto IV. Nel sec. VII la porta ebbe anche nome di Sessoriana dovuto ai sopra detti giardini Variani o Sessoriani.

Stendhal
"Porta Maggiore (1828) è coperta di terra fino alle cornici, che si possono toccare con mano. Quella massa spessa di 12 o 14 piedi, che è caduta su quasi tutti i monumenti di Roma, è terra e non avanzi di mattoni e calce. Spesso questo fatto è stato spiegato con enfasi; ma la minima logica non lascia neppure un vestigio di tali belle spiegazioni" Stendhal

La tomba del fornaio
Fuori dalla porta è il sepolcro di Marco Vergilio Eurisace, fornaio appaltatore, nel quale sono raffigurati gli oggetti relativi alla sua professione; le colonne sono formate con finte mole di grano; i loculi raffigurano bocche di forno, i rilievi esprimono tutta la lavorazione del pane.
Venne alla luce nella demolizione eseguita nel 1838 delle opere di difesa del recinto aureliano.
Il sepolcro preesisteva all'acquedotto, distante da questo appena m.2.70, mentre è noto che la zona di rispetto ai lati degli acquedotti doveva essere di m.4.50. Appartiene quindi allo scorcio di età repubblicana.
Altra stranezza del bizzarro fondatore della tomba è rilevato da una iscrizione, rinvenuta presso il monumento stesso, nella quale è detto, che gli avanzi del rogo della moglie di Eurisace, di nome Atisia, erano stati deposti in un panarium, ossia in un cinerario di marmo a foggia di madia da riporre il pane.

La basilica sotteranea
Fuori di questa porta il 7 luglio 1856 fu inaugurata la stazione di partenza della ferrovia per Frascati.
In seguito al cedimento di terreno sotto un binario della linea Roma-Napoli, è venuta alla luce nell'aprile del 1917 una basilica sotteranea, che conserva il più importante complesso di stucchi decorativi giunti fino a noi dall'antichità romana e nella quale studiosi eminenti riconoscono- accanto alla Villa dei Misteri di Pompei- la più organica testimonianza di culti misterici.
La basilica era, al momento della scoperta, gravemente danneggiata da infiltrazioni d'acqua, dall'attività di un parassita delo stucco e soprattutto dalle micidiali vibrazioni e scosse provocate dall'andirivieni dei treni.
Oggi, passano sopra la basilica diverse centinaia di treni al giorno, ma non rappresentano più un pericolo, perchè con complessi lavori terminati nel 1952 l'importante complesso è stato completamente isolato.
La fondazione della basilica viene data alla metà del I sec. d.C. e attribuita a un gruppo di ricchi patrizi romani seguaci del neo-pitagorismo. I neopitagorici credevano nella metempsicosi, quindi nell'immortalità dell'anima, e nella necessità di liberarsi con una vita austera dalla schiavitù dei sensi conquistando così la felicità vera ed eterna dell'oltretomba.
A queste teorie si accompagnarono presto pratiche spiritistiche e divinatorie. Il tutto dovette sembrare pericoloso al Senato di Roma, e provocare la chiusura della basilica sotteranea: questa non rivela traccia di restauri antichi e secondo ogni apparenza fu frequentata solo per breve tempo.

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