sabato 10 ottobre 2009

VIA DELLA VITTORIA

Via della Vittoria

Varie provenienze
Secondo alcuni il nome deriva dalla vecchia scultura raffigurante una corona di foglie intrecciate di alloro e di palma.
Il Rufini crede che vi abitassero due fratelli che, riuscendo sempre vincitori nelle giostre e nelle corse, venivano accompagnati qui, dove abitavano, con grida di: "Vittoria, vittoria!!".
Secondo altri dall'essersi rifugiate nel convento delle Orsoline, qui esistente, durante la rivoluzione francese, le zie del re Luigi XVI, Adelaide e Vittoria.

Garibaldi e i fiumi
Al n°60 di questa via, una lapide ricorda che Giuseppe Garibaldi qui abitò nell'aprile del 1879, e qui ricevette la visita di Umberto I.
Naturalmente, Garibaldi era stato a Roma altre volte (v.delle Coppelle, largo Chigi).
Fra l'altro, nel 1875 era stato ospite a Villa Severini, fuori dell'allora Porta Salaria, dove si era dedicato allo studio di progetti per la sistemazione del Tevere, la costruzione di un canale dal mare a Roma e il risanamento dell'Agro Romano.
Quella dell'idrologia era un po' una fissazione per l'Eroe dei due Mondi, che aveva anche progettato di trasformare il Po in una specie di enorme canale, per evitare gli effetti delle piene e renderlo meglio navigabile.
Meritano di essere ricordati i suoi due progetti relativi al Tevere: deviare il fiume, scavando un'enorme galleria sotto Monte Mario, oppure coprirlo completamente, realizzando sul suo corso (citiamo grosso modo le parole sue) un bel boulevard simile a quelli che costituiscono l'orgoglio di Parigi.
Al suo deciso intervento, in parte, si deve anche la costruzione degli attuali muraglioni, che hanno distrutto tanti angoli pittoreschi, ma hanno anche salvata Roma dalle terribili piene del fiume.

La sorte del tribuno Coccapieller
Nel 1882 rimasto vacante, per la morte di Garibaldi, il 2° collegio elettorale, si fece la nuova elezione.
In quel tempo faceva parte di se Francesco Coccapieller, che si atteggiava a vindice della morale conculcata. Aveva fondato "L'Eco dell'Operaio", che il popolo chiamava il "Carro del Checco", si vedeva passeggiare per Roma pettoruto, con stivaloni guarniti di speroni, con frustino, una specie di cilindro a larghe tese ed il revolver alla cintura.
Ebbe parecchie querele e parecchie condanne; cioò non ostante seguitò a prendere di mira vari cittadini, qualcuno dei quali invero non era uno stinco di santo; la qual cosa gli accrebbe popolarità.
Roma era divisa in due campi, e ciò non poteva portare ad altro che ad una tragedia; questa si svolse nell'osteria della Sora Amelia in V.Vittoria, ove il tribuno e il suo stato maggiore solevano passare la serata.
Una sera entrarono nell'osteria certi Capponi e Tognetti (parente del giustiziato), ci fu scambio di revolverate, ed il Tognetti restò ferito.
Nelle elezioni il Coccapieller venne eletto insieme a Baccelli, Pianciani, Corrazzi e Lorenzini, ed il popolo plaudente non si stancava di fargli dimostrazioni sotto la casa abitata da lui in V.dei Greci.
Ma, in seguito, il tribuno a poco a poco perdette la popolarità e miseramente si spense.

Chiesa di S.Orsola
(ora scuola di recitazione)
edificata nel 1684; nell'annesso convento nel 1876 fu impiantato il "Liceo musicale di S.Cecilia".

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